“Prof, ma secondo lei, chi ha ragione, la scienza o la Bibbia sull’origine del mondo?”

“E’ vero che l’uomo discende dalla scimmia?”

Sono solo alcuni degli interrogativi emersi nelle classi terze della Scuola Secondaria “La Traccia” all’inizio del percorso “Tra fede e scienza” proposto per indagare da più punti di vista l’origine del mondo, della vita e dell’uomo. Ogni essere umano è portatore di grandi domande, come dice l’astronauta Luca Parmitano: “Qualcuno l’ha chiamato il gene di Ulisse, un codice che portiamo scritto nel nostro Dna. È quella pulsione che davanti a un orizzonte ti spinge a domandarti cosa ci sia oltre. L’istinto a superare ogni confine…”. E i nostri alunni ne stanno proprio facendo esperienza.

In questo lavoro i ragazzi hanno scoperto che nella storia dell’uomo queste domande hanno trovato risposte nel cammino di conoscenza della realtà, indagata, nella sua complessità, da tanti punti di vista: per questo sono nate la scienza, ma anche la filosofia e la teologia. Saperi che non si oppongono fra di loro se sono rispettati nei loro metodi di indagine e se dialogano per cercare la verità e il bene dell’uomo, per tracciare la direzione da dare al potere offerto dalla conoscenza e dal progresso.

Per questo, desiderando valorizzare il grande fascino destato nei ragazzi dallo studio delle scienze, siamo stati felici quando si è presentata l’opportunità di inviare a scuola Grzegorz Karwasz, docente di fisica sperimentale all’Università “Nicolò Copernico” di Torun, in Polonia e presso

l’Università degli Studi di Trento, esperto scientifico dell’Unione Europea e dell’Agenzia Internazionale dell’Energia atomica ONU a Vienna, insegnante di fisica moderna, fisica atomica, pedagogia, didattica e autore di monografie ed articoli scientifici in materia di astronomia, filosofia e teologia.

Con una lezione intitolata “In principio” questo appassionato studioso ha condotto i ragazzi nel mondo della materia e del primo istante degli inizi, portando dati e immagini che ci hanno fatto stare sulla soglia dell’immensità dell’universo. Poi, anche attraverso l’utilizzo dei mosaici che rappresentano la Creazione nella cupola della Basilica di S. Marco a Venezia e della cattedrale di Monreale, ci ha mostrato come il testo biblico della Genesi contenga, nella semplicità del racconto riferito all’opera di Dio Creatore e Padre, una sequenza di dati non distanti dalle scoperte scientifiche più recenti.

“Ma cosa c’è oltre l’universo? E ci sono altri esseri come noi?”

Ci ha colpito che, come fisico sperimentale, abbia affermato che lo scienziato si ferma di fronte ai dati della realtà materiale, ma nonostante ciò la sua curiosità lo ha sempre portato a coltivare il sapere filosofico e teologico, mantenendo una grande umiltà nell’affermare come Socrate: “So di non sapere”. D’altra parte moltissimi grandi scienziati, lo stesso Einstein, affermavano che al culmine della sua ricerca la ragione, non intesa come misura delle cose, ma come apertura alla realtà nella sua interezza, dovesse riconoscere l’esistenza di un insondabile mistero.

Raccontandoci il suo percorso scolastico, il prof. Karwasz ci ha detto che, all’inizio, i suoi insegnanti non avrebbero scommesso su di lui. Laureato in Economia e poi in Fisica, si è riscattato grazie alla sua tenacia e al suo desiderio di sapere, tanto che oggi lavora con altri scienziati al progetto internazionale per realizzare la centrale a fusione termonucleare che, si prospetta, risolverà il gravissimo problema energetico planetario per i prossimi 3000 anni!

E’ stato bello ascoltare questo professore amante della scienza, dell’arte e della vita: ci ha confermato che, come disse Enrico Medi (grande fisico italiano) “L’uomo è più grande delle stelle” proprio perché guardandole sa raccontarne la bellezza e riconoscerne la grandezza.

Con il suo stupore di fronte alle cose, ci ha ricordato che la scienza deve essere praticata con umiltà e messa a servizio dell’uomo. Lo abbiamo imparato dalla testimonianza di tanti grandissimi scienziati. Se un genio come Einstein ammetteva: “Quello che vedo nella natura è una struttura stupenda che possiamo capire solo in maniera imperfetta e davanti alla quale la persona riflessiva deve sentirsi pervasa da un profondo senso si umiltà”, Giuseppe Moscati (grande medico e ricercatore italiano) arrivava ad affermare: “Non la scienza ma la carità ha trasformato il mondo in certi periodi”.

L’incontro con Grzegorz Karwasz è stato molto più che una conferenza o un interessante occasione di scoperta, è stato una vera e propria testimonianza sul significato del conoscere e sulle ragioni per cui vale la pena vivere e impegnarsi “da protagonisti” nelle sfide che la realtà ci pone ogni giorno .